Nel comune di Ceresole d'Alba, tra i primi rilievi del Roero e la pianura cuneo-torinese, il terreno argilloso e particolarmente impermeabile ha favorito nel corso degli anni la
realizzazione di alcuni stagni, spesso di modesta estensione, distribuiti in maniera puntiforme nella campagna coltivata. Questi specchi d'acqua vengono perlopiù utilizzati dagli agricoltori come
risorsa idrica per l'irrigazione; in alcuni casi vengono frequentati per la pesca sportiva. L'importanza relativamente marginale di questi biotopi nei confronti dell'agricoltura presenta due
aspetti contrapposti: se da un lato questa garantisce una relativa assenza di fonti di disturbo, le frequenti e spesso repentine modifiche del regime idrico e le pulizie degli argini mettono
sovente a repentaglio le riproduzione delle libellule. Fortunatamente gli stagni sono molti e queste operazioni non avvengono simultaneamente in tutte le località permettendo alle popolazioni di
sopravvivere. Nel comune di Sanfrè invece sono presenti alcune zone umide costituite da risaie e da vecchie cave di inerti rinaturalizzate.
La quota relativamente modesta e il clima favorevole consentono la presenza di molte specie, alcune molto rare o del tutto assenti in altre zone della provincia. Tra queste ricordiamo Aeshna affinis, Coenagrion scitulum e Sympetrum meridionale.